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Solitamente una volta l’anno, an_diamo una giornata intera in gi_ta scegliendo democraticamente, con tanto di votazione, la destinazione. Quest’anno la nostra meta è stata Gressoney con il castello della regina Margherita, da visitare al mattino, e il lago di Gressoney al pomeriggio.
Con i nostri pulmini e i nostri bravi volontari autisti alle 10 di mercoledì 5 luglio entravamo nel castello preceduti dalla guida che,  egregiamente, ci accompagnava nella visita. Il castello voluto dalla regina Margherita di Savoia venne costruito in soli quattro anni e inaugurato nel 1904. L’edificio, pur fregiandosi del nome di castello, è in realtà una grande villa a tre piani in stile eclettico, caratterizzata dalle cinque torri  neogotiche.
Esse sono sormontate da guglie tutte differenti l’una dall’altra, mentre la torre centrale, la più alta, ospita un ampio terrazzo caratterizzato da una copertura a cuspide con abbaini che garantivano la vista ai  Carabinieri Reali su tutta la proprietà.
Al piano terreno vi sono la sala da pranzo, la sala da gioco con un biliardo, alcuni salotti, la grande veranda semicircolare e il salone d’onore con la pregevole scala in legno di rovere a doppia rampa semicircolare. Essa, insieme agli arredi, alla boiseries delle pareti e ai soffitti lignei a cassettoni, fittamente decorati con simboli sabaudi e motivi floreali che richiamavano esplicitamente il nome stesso della sovrana, sono opera dell'intagliatore torinese Michele Dellera . Il piano nobile ospita gli appartamenti privati della regina Margherita, del nipote Umberto II° e del consorte Umberto I°, che però non venne mai utilizzato dal re perchè morì assassinato nel 1900. Al secondo piano vi sono ancora alcune stanze per gli ospiti e l’accesso al terrazzo coperto della torre più alta.
Una particolarità contraddistingue questa residenza, ovvero l’assenza delle cucine, che la regina stessa volle far costruire al di fuori dell’edificio, a circa trenta metri di distanza, nella struttura che dal 1981 ospita la biglietteria. Il collegamento con le cucine per trasportare le vivande era garantito da una galleria ipogea dotato di un doppio binario. Dove le portate percorrevano il loro breve tragitto su carrelli elettrici chiusi ermeticamente fino ad un ascensore interno che portava i pasti direttamente nella sala da pranzo del castello. L’ubicazione sul fianco della valle in una posizione consente di godere di un’ampia vista sul ghiacciaio Lyskamm e sul Monte Rosa. Collegate anche alcune strutture abitative tra cui il romitaggio Carducci, dedicato alla memoria del poeta e amico della regina che vi soggiornò. L’edificio è inoltre circondato da un ampio parco che ospita una piccola pineta. Terminata la bellissima visita al castello, abbiamo fatto sosta al lago per il pranzo, nel pomeriggio poi Paola e Marina si sono cimentate in una passeggiata a cavallo, munite di giubbotto e cappello da vere cavallerizze. Uno dei due cavalli, non volendo lavorare, fingeva colpi di tosse che puntualmente sparivano quando il fantino scendeva dalla sella, anche nel mondo animale  ci sono i lavativi. La valle di Gressoney è molto bella, ricca di verde con il panorama suggestivo del monte Rosa. Nessuno di noi si convinceva che la giornata volgeva al termine e bisognava rientrare, ma era solo un  arrivederci, un altr’anno ci torneremo.

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